Case di latte, un mattone per il futuro

Di Ilaria Patacconi (foto di Chiara Carciani)

In un articolo non molto tempo fa abbiamo parlato degli scarti produttivi della filiera del latte (leggi qui “latte: spreco e innovazione”), ma se vi dicessi che c’è una soluzione anche per gli “avanzi” della grande distribuzione e del prodotto esausto?

Un progetto innovativo nato in Sardegna nel 2011, proprio sull’isola ha la sua base produttiva e di ricerca. I “mattoni di latte” hanno funzionalità diverse e sarebbero dovuti entrare sul mercato già lo scorso anno. Purtroppo, come potete immaginare, la Pandemia ha rallentato il progetto ma il 2021 sembra essere l’anno del lancio!

Milk Brick 101

L’idea nasce dall’esigenza di ridurre gli sprechi e quella di introdurre i principi dell’economia circolare nelle filiere alimentari, partendo dalle caratteristiche territoriali. Milk Brick è nato per risolvere principalmente tre problemi:

  • Lo smaltimento degli scarti del latte dell’industria casearia e delle GDO
  • La dispersione termica degli edifici
  • L’eccessivo consumo di acqua nell’industria edilizia

Dopo una fase di ricerca e sviluppo durata cinque anni, nel 2016 Milk Brick ha finalmente ottenuto il brevetto per iniziare a produrre prodotti edilizi partendo dal latte.

Milk Brick, mattoni… Ma di latte!

In un’intervista rilasciata a “Il giornale del cibo” ad aprile 2019, Giangavino Marescu, fondatore di Milk Brick è andato nel dettaglio sugli obbiettivi evision” dell’azienda.

Ha parlato dei primi quattro prodotti sviluppati, i processi di lavorazione utilizzati, gli utilizzi in campo edilizio e i vantaggi che questo progetto porterebbe in un settore fondamentale quanto impattante al livello ambientale.

Utilizzati come mattoni, rivestimenti per murature isolate termicamente i prodotti contenenti la “fibra di latte” hanno la caratteristica naturale di assorbire umidità e rilasciarla per la termoregolazione (mantenimento della temperatura indipendentemente dalle variazioni di temperatura dell’ambiente esterno), con funzioni anche traspiranti ed antibatteriche.

Non piangere sul latte scaduto…

Non dovranno preoccuparsi di costruire un nuovo mercato, innoveranno quello già esistente, proponendo non solo prodotti di qualità ma mantenendo anche un prezzo competitivo!

Il segreto del successo? Utilizzeranno il 100% del latte recuperato, non genereranno scarti di produzione e sostituiranno l’acqua dolce (solitamente usata nei processi produttivi) con quella ottenuta dalla separazione dall’altro componente fondamentale per i loro prodotti: la caseina.

“Il mercato edilizio è saturo di ottimi articoli, noi di Milk Brick consideriamo alcuni dei nostri competitors come potenziali partner: la nostra tecnologia, infatti, è abbinabile a diversi prodotti e soluzioni purché siano riciclabili a fine ciclo di vita e rispettino i criteri dell’economia circolarespiega Giangavino Marescu nella stessa intervista.

Mai più un “rifiuto”

Un altro importante vantaggio è quello di poter recuperare gli scarti del latte ovunque nel mondo sviluppando la tecnologia in Sardegna ma con l’intenzione di effettuare un trasferimento tecnologico potenzialmente ovunque nel mondo industrializzato.

Milk Brick rappresenta un valore unico al livello Internazionale, che li differenzia per:

  • Rispetto ambientale: dà una soluzione Eco-Bio e preserva ogni anno miliardi di m3 di acqua dolce
  • Velocità di lavorazione edilizia: Milk Brick velocizza i tempi e quindi il costo della manodopera prevedendo un’unica “fase di posa” del mattone
  • Riduzione dello spreco: usando latte che altrimenti dovrebbe essere smaltito

Ultimo… Ma non per importanza

Nel 2021 Milk Brick darà avvio alla fase industriale con il lancio dei primi prodotti sul mercato, ma dopo che nel 2019 ha vinto il “Premio Speciale Italcementi Heidelberg Cement Group”, credo proprio non avrà problemi a farsi conoscere da partner importanti ed entrare nel mercato edile.

Nonostante non si possa più consumare al livello alimentare, il latte esausto può trovare nuovi impieghi e contribuire a costruire un mondo più attento all’ambiente, riducendo la produzione di gas serra e il consumo di acqua.