Climate change e vino: possono coesistere?

Di Alberto Mangoni (foto di Canva)

Un tema caldo

Il cambiamento climatico è sulla bocca e soprattutto sulla pelle di tutti. Da anni ormai, viene affrontato internazionalmente come un problema quantomeno da arginare, senza però effettuare repentini cambi di marcia o scelte drastiche.

La crisi del clima incombe e si stima da qui al 2050, un innalzamento generale delle temperature di circa 3°C, una sorta di punto di non ritorno visti gli innumerevoli effetti a catena che scaturirebbe un tale aumento.

Una crescita esponenziale

Negli ultimi 30 anni sono stati rilasciati in atmosfera più gas serra di quelli prodotti in tutta la storia precedente, provocando un innalzamento delle temperature medie di circa 1°C e una crescente instabilità del clima.

Continuando al ritmo attuale di 50 miliardi di tonnellate di gas serra rilasciate ogni anno in atmosfera, il budget di carbonio che ci resta a disposizione se vogliamo limitare il surriscaldamento a 1,5°C sarà esaurito in poco più di 7 anni e in meno di 25 anni si arriverà a 2°C.

Hot vineyards

Ovviamente il tema tocca sensibilmente il mondo della viticoltura, varietà e intere aree produttive sono a forte rischio negli anni a venire.

L’Institut National de la Recherche Agronomique (INRA) sostiene che il 56% delle regioni vitivinicole nel mondo potrebbe scomparire se si confermasse uno scenario di aumento delle temperatura di 2°C entro il 2050. Percentuale che potrebbe salire all’85% se il riscaldamento raggiungesse i +4°C entro il 2100.

I dati raccolti si riferiscono a undici varietà tra le più presenti e importanti per il mondo enologico quali: Syrah, Cabernet, Merlot, Pinot Nero ecc.

Vini d’altura

Vigne e vini, con l’innalzarsi delle temperature medie trovano habitat confortevoli in appezzamenti d’altura, maggiore escursione termica e temperature massime decisamente più basse rispetto alle zone pianeggianti.

Ormai comprovata l’efficacia di una maggiore altitudine nella viticoltura, il mondo intero si sta spostando alla ricerca di territori consoni all’impianto di nuovi vigneti estremi” oltre anche i 1000 metri d’altezza, necessità e qualità si fondono per un interesse comune, la preservazione del patrimonio vino.

Italia a rischio

L’Italia è una delle zone più a rischio, essendo in un mare chiuso (Mar Mediterraneo) e particolarmente soggetta a eventuali fenomeni del riscaldamento delle acque e della temperatura stessa di conseguenza.

Si parla di una riduzione in produzione di circa 65% se la situazione clima non dovesse cambiare.

C’è una soluzione?

Gli studiosi impegnati nella ricerca di una soluzione sono molti, la sperimentazione sulle varietà autoctone e internazionali sono in corso e ci daranno risposte nei prossimi anni.

Una delle più accreditate è sicuramente quella di aumentare il più possibile la biodiversità in vigna, abbassando sensibilmente con più varietà, la possibilità di avere cali drastici a livello produttivo.

Cambiamento climatico e vino possono coesistere? Bevete un bicchiere e pensateci su, ma intanto…

Alla salute!