Un agrume dal colore arancio acceso, dal profumo intenso, quasi tagliente, riconoscibile ad occhi chiusi, non può che essere la Clementina; il simbolo dell’autunno e dell’inverno.
Un frutto succoso adatto soprattutto per una colazione o uno spuntino salutare.
Un’origine incerta
L’origine delle Clementine non si può che associare in parte al mandarino. Si presuppone che l’ibrido sia molto antico e provenga dalla Cina o dal Giappone ma le prime nomine di questo frutto si hanno nel lontano 1902 in Tunisia e vengono raccontate come il risultato di un innesto accidentale tra l’arancio amaro e il mandarino da parte di due sacerdoti giardinieri.
Per certo non si può sapere se il merito sia di Clément Rodier o di Pierre Clément, dai quali prenderebbe comunque il nome il frutto.
L’habitat migliore del clementino
Il clementino è un albero che, per un corretto sviluppo, preferisce i terreni sciolti, con un impasto medio, particolarmente profondi, fertili e con un ottimo drenaggio, che presentano un pH che si avvicina alla neutralità (7).
Fiorisce e fruttifica lentamente e irregolarmente, in quanto molto suscettibile agli sbalzi di temperatura. La raccolta avviene una volta l’anno tra novembre e gennaio.
Un agrume che predilige lo sviluppo in tutte quelle zone che si caratterizzano per avere un clima temperato caldo, l’ambiente ideale è rappresentato dal bacino del Mediterraneo.
Le piantagioni più estese si trovano in Tunisia, Algeria, Marocco, Spagna, Italia (in Calabria meridionale e Sicilia) ma anche fuori dal bacino Mediterraneo, principalmente negli Stati Uniti.
Ma perché Clementina e non mandarino?
Due agrumi dall’aspetto simile ma con caratteristiche diverse, quella più evidente e più conosciuta è l’assenza dei semi nelle Clementine, una vera gioia per chi, come me, li odia.
Ci sono però anche altre caratteristiche che ci permettono di distinguere questi due frutti, tra cui la polpa, il sapore e l’aspetto.
Le Clementine sono circolari, la loro buccia si vira verso il colore rosso, il frutto è molto turgido, succoso e dolce. I mandarini, invece, sono più schiacciati ai poli, hanno una scorza più gialla, più spessa ed un gusto aspro.
Un altro metodo per capire se stiamo mangiando un mandarino o una Clementina è contare gli spicchi. Il mandarino ne ha sempre nove, invece, il numero delle Clementine non è sempre uguale e varia da otto a dodici.
Entrambi simboli della stagione corrente, la scelta del consumatore si basa solo sulla preferenza tra le diverse caratteristiche organolettiche.
Le proprietà utili a combattere l’inverno
Le Clementine hanno ottime proprietà nutrizionali, particolarmente d’aiuto per il sistema immunitario grazie all’ottima presenza di vitamina C, delle vere alleate per superare la stagione invernale.
Non solo vitamine, questi frutti hanno buoni contenuti di calcio e potassio, sono utili per il corretto funzionamento dell’intestino e particolarmente digeribili e nutrienti.
Ma non esageriamo con le quantità, come sono ricchi di vitamine e sali minerali sono anche ricchi di zucchero, la giusta quantità sarebbe di due al giorno, preferibilmente fuori dai pasti.