Junk Food: la droga del XXI secolo

Di Filippo Pianigiani (foto di Canva)

Quanto è frenetica e senza sosta la nostra vita quotidiana? Non tutti hanno la possibilità, o talvolta la voglia, di cucinare per sé e quando andiamo a farci due conti in tasca ci rendiamo conto che il “Fast-food”, all’interno di una catena di ristoranti o nel chioschetto a bordo strada, è la soluzione migliore

Ma è davvero la scelta migliore? Infiliamoci tra due fette di pane al sesamo e qualche salsa e scopriamolo insieme!

Da dove arriva?

La prima volta che il termine “cibo spazzatura” o meglio “Junk food”, considerando il Paese di provenienza, è stato utilizzato è stato nel 1971.

Micheal Johann Jacobson, microbiologo e nutrizionista statunitense, ha usato questa espressione per indicare quel cibo considerato malsano a causa del suo bassissimo valore nutrizionale ed all’elevato contenuto di grassi o zuccheri.

Ma chi sono e quanto fanno davvero male?

Esempi di “Junk food” sono le preparazioni industriali o della ristorazione di massa ricchi di grassi saturi, sale e zuccheri raffinati come hamburgerwürstelhot dogpatate frittebibite zuccherate e dolci troppo elaborati.

Purtroppo per noi Italiani, anche la pizza può essere considerato un cibo spazzatura, ma solo nel caso delle preparazioni industriali.

Le malattie più comuni verso cui conduce l’uso dei “cibi spazzatura” sono l’obesità, il diabete, malattie cardiovascolari, alcuni tipi di cancro e la depressione. Ma c’è di peggio…

La droga del XXI secolo

Forse il termine droga per definire un hamburger comprato in uno stand per strada è forte, ma neanche troppo.

Uno studio condotto da Paul Johnson e Paul Kenny dello Scripps Research Institute nel 2008 ha suggerito che il consumo di cibo spazzatura alteri l’attività cerebrale in modo simile a quello provocato dalle sostanze stupefacenti come la cocaina o l’eroina.

Dopo molte settimane di uso abbondante di cibo spazzatura si è notato che la parte del cervello di ratto destinata alle stimolazioni del piacere è diventato insensibile, richiedendo quantità sempre maggiori di cibo per ritornare sensibile.

Molti altri sono gli esempi medici (includendo gravidanze e alimentazione infantile) che ci suggeriscono come possa essere pericoloso.

Ma cosa fare?

Beh, sicuramente non esagerare, anche mangiare troppe verdure può fare male al nostro organismo, figuriamoci hot dog e hamburger straconditi di salse.

Ma non temete, oltre al buon senso, molti Stati si sono mossi contro la troppa differenza fra costo e valori nutrizionali, fra cui anche noi con la celebre e super discussaSugar tax”.

Uniti contro “la spazzatura”

Nel dicembre 2012 per esempio, la Danimarca ha introdotto la prima tassa su questi cibi tassando quelli che hanno oltre il 2,3% di grassi saturi. Anche l’Ungheria ha messo una tassa sulle bevande non salutari che contengono oltre 20 mg di caffeina ogni 100 ml.

Tornando in Italia, nell’agosto del 2012 Renato Balduzzi, ministro della sanità del governo Monti, ha proposto per tre anni di tassare le bottigliette di aranciata, gassosa o altre bevande gassate e zuccherate da 33 cl.

In SveziaGran Bretagna e Corea del Sud è vietata addirittura la trasmissione televisiva di pubblicità di cibi spazzatura dannosi per la salute dei bambini.

Non può piovere (Ketchup) per sempre…

Nonostante vari studi condotti nel 2016, tra cui alcuni della Stanford University (USA) e l’Universitá della Sapienza (ITA), supportino entrambe la stessa previsione, ovvero che il “Junk food” prenderà sempre più piede con l’aumentare delle persone, moltissimi sono da anni i movimenti, Italiani e non, che cecano di rilanciare l’arte del mangiare o Slow Food.

Detto questo, uno sgarro ogni tanto è concesso a tutti, l’importante è, come sempre, non esagerare.