L’arte del vino, mondi lontani ma vicini

Di Alberto Mangoni (foto di Chiara Carciani)

Una lunga storia d’amore

Per un momento, uno soltanto, stacchiamoci dal mondo accademico del vino, godiamone a pieno il suo lato romantico e edonistico, lontano da sentori di tarassaco e schede tecniche minuziose.

Lasciamoci andare a quello che ha fatto innamorare del vino i nostri antenati, al frutto, alla terra, all’amore… E a quel bicchiere di troppo che ha ispirato centinaia e centinaia delle più belle opere d’arte, delle quali tutt’oggi possiamo ancora godere.

Marcarne l’importanza culturale nella storia dell’uomo diventa quindi un piacevole dovere, ripercorrendo indietro i passi che ci hanno portato quella bevanda che amiamo e decantiamo: il vino.

Dagli Egizi al Medioevo

Le prime testimonianze di arte rappresentativa del vino hanno origine egizia, dal ritrovamento di bassirilievi raffiguranti vendemmia e produzione, fino al ritrovamento di acini nelle bare millenarie, questi venivano sepolti col defunto come onoranza funebre.

La sua importanza nella cultura e nell’arte Classica è centrale, con Greci, Romani ed Etruschi, con la figura di Dionisio e Bacco (celeberrimi) questa bevanda assume connotazioni divineoltre che diventare indice di benestare e aggregazione.

Nell’arte Medievale si ha una flessione nell’utilizzomondanodel vino e quindi nella sua rappresentazione, più utilizzato durante celebrazioni religiose, la viticoltura viene conservata e implementata dai monaci che si fanno custodi di questa nobile arte, sostituendo il concetto edonistico e ebro del vino, con il più sobrioora et labora”.

Dal Rinascimento all’arte contemporanea

Durante il Rinascimento si riscoprono i temi dell’elitarietà, della raffinatezza e del piacere del vino, i Medici si fanno portavoce del recupero del culto classico di questa bevanda, esemplificato dal famoso componimento poetico di Lorenzo il MagnificoIl trionfo di Bacco e Ariannaispirato alla filosofia del “Carpe Diem” di Orazio.

Nell’arte Barocca la percezione artistica è in continuo divenire, si può notare più introspezione e profondità, in questo periodo è stato commissionato il celebreBacco”, di Caravaggio.

Arrivando all’arte moderna e contemporanea, si hanno percorsi eterogenei, non raggruppabili né identificabili, tra stampe e pitture moderne, l’espressione di come il vino veniva percepito dall’artista stesso, con tecniche tra le più varie.

Quando il vino è arte

Artisti, scrittori e poeti hanno dedicato al vino migliaia di loro opere, e se adesso trovassimo un’opera nel vino?

Sto ovviamente parlando delle etichette e del loro valore estetico, oltre che commerciale e di marketing, aziende come “Montevertine”, hanno fatto della propria etichetta il loro biglietto da visita nel mondo.

Le Pergole torte” è il vino che ospita questa meravigliosa etichetta, prodotto di punta dell’azienda. Dal 1982, l’etichetta rappresenta spigolosi volti di donna, vere e proprie tele, create da Alberto Manfredi, caro amico di Sergio Manetti, il proprietario dell’azienda.

Da allora “Le pergole torte”, mostra orgoglioso i suoi profili femminili, anche dopo la morte di Manfredi nel 2001, il figlio di Manetti sceglie ogni anno in accordo con la famiglia un’opera d’archivio dai disegni del pittore, per l’annata corrente del suo vino.

Una storia che ha scritto pagine importanti della cultura dell’uomo, un legame viscerale che lega l’uomo al vino, un amore che non può che continuare

E quando bevete un calice di vino, ricordatevi di stare bene

Alla salute!

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