L’uva a Capodanno: simbologia e tradizione

Di Gianluca Marchetti (foto di Canva)

Il cibo, nello spirito dell’uomo, ha sempre avuto un significato molto profondo che va addirittura oltre il suo semplice scopo, ovvero togliere la fame. Litighiamo per una ricetta e abbiamo opinioni, convinzioni e pure qualche pregiudizio quando si tratta di cibo.

Possiamo dire che ogni popolo, o addirittura ogni persona, abbia una propria cultura del cibo. Ogni cultura è data anche dalle tradizioni o da particolari usanze che a volte possono sembrare molto, molto strane.

Il consumo di uva a Capodanno è, probabilmente, un’usanza che può apparire bizzarra, ma che in realtà è ricca di storia.

In che modo dobbiamo mangiare l’uva?

Seconda la tradizione, dovremmo mangiare 12 chicchi d’uva (o meglio, 12 acini) al ritmo dei dodici rintocchi di campana che segnano la mezzanotte del 31 dicembre: dunque, un chicco per ogni rintocco, ma anche per ogni mese del nuovo anno.

Non per mettere ansia, ma sempre la tradizione vuole che, nel caso non si riesca a mangiare tutti i dodici acini in tempo (per cui bisogna essere veloci per mangiare un chicco al secondo) il nuovo anno potrà anche non essere un anno di prosperità, di ricchezza e di felicità.

Dunque, questa usanza, così come molte altre, è volta proprio a questo: garantire un anno di fortuna.

Ma dove, quando e perché è nato questo rito?

Secondo diverse testimonianze, questa usanza ha avuto origine in Spagna.

Ad esempio, si racconta che nel 1909 ci fu una vendemmia abbondante nelle regioni di Almeria, Murcia e Alicante.

I contadini, con l’obiettivo di smerciare la quantità di uva in più, escogitarono quella che potrebbe essere definita come una vera e propria azione di marketing: gli agricoltori inventarono la leggenda secondo cui mangiare 12 chicchi d’uva per ogni rintocco di mezzanotte avrebbe portato fortuna.

La storia che i contadini spagnoli sfruttarono, tuttavia, teneva fortemente in considerazione quello che, da sempre, è il valore simbolico dell’uva: ovvero ricchezza, benessere, salute e prosperità. Non a caso, Bacco è il Dio delle feste e della vitalità più sfrenata.

Col tempo, questo rito si è trasformato in un vero e proprio grande evento.

A Madrid, a Puerta del Sol, tante persone si radunano il 31 dicembre per mangiare i chicchi d’uva, scanditi dai rintocchi delle campane dell’orologio che si trova proprio in questa suggestiva piazza della capitale spagnola.

L’uomo ha sempre attribuito al cibo significati che vanno ben oltre la sua pura materialità: è cultura, è festa e, a volte, è mistero, leggenda e superstizione.