Questo vino sa di tappo?

Di Greta Lotti (foto di Racool_studio)

Per un attimo, anziché sulla qualità del vino, soffermiamoci sul tappo, in fondo in un buon vino è importante anche la qualità del tappo, non trovate?

Oggi affronteremo proprio questo tema, come riconoscere un buon tappo, o meglio, il componente fondamentale di un tappo: il sughero.

Che Sughera!

La quercia da sughero, anche detta sughera, è un albero sempreverde. Il sughero si ricava dalla parte interna della corteccia di questo albero.

Originaria dell’Europa sud-occidentale e dell’Africa nord-occidentale, la Sughera è da tempi remoti naturalizzata e spontanea in tutto il bacino occidentale del Mar Mediterraneo, molto longeva, addirittura può diventare plurisecolare. Ed è proprio da questa pianta che ricaviamo il sughero per i tappi.

Il tappo viene ricavato dalle cellule morte del tessuto legnoso che sono ricche di azoto e suberina, una sostanza impermeabile presente nella parete cellulare, che impedisce al vino di penetrare nel tappo e fa del sughero il materiale più adatto ai vini destinati all’invecchiamento.

Lenticelle

Le venature e i pori presenti nel sughero, sono in realtà “lenticelle”, ossia canali lignificati che in natura consentono lo scambio di gas fra i tessuti interni della pianta e l’esterno attraverso la corteccia. Per chi beve vino, le “lenticelle” sono invece un punto dolente perché, attraverso di esse, il vino e l’ossigeno possono infiltrarsi tramite il tappo.

Quindi sì, sono proprio loro… La qualità del sughero è data dal numero di lenticelle: la minor qualità del sughero implica il rischio di una rapida ossidazione del vino e di deterioramento del sughero. Oggi i tappi di sughero vengono trattati con perossido di idrogeno, che li sterilizza e ne migliora l’aspetto. Vengono anche incerati per renderne più facile l’inserimento nel collo della bottiglia e naturalmente la successiva rimozione.

Sai come riconoscere un buon tappo di sughero?

Il tappo di sughero ha un compito molto importante, quello di chiudere bene la bottiglia per impedire fuoriuscita del vino e al tempo stesso, far entrare meno aria possibile. In base al vino di cui parliamo ci sono diverse accortezze a cui prestare attenzione e soprattutto modi e lavorazioni differenti.

Per i vini che si bevono ancora giovani, anche detti da “pronta beva”, è sufficiente un “turacciolo”. Ok…ma cosa è un turacciolo?

In pratica sarebbe un tappo di sughero che viene inserito a pressione per quelle bottiglie a bocca stretta con una lunghezza corta. Mentre per i vini invecchiati, anche molti anni, sono necessari tappi lunghi, che riescano a sostenere la forza di quel vino.

È bene ricordare che i tappi di sughero sono uno diverso dall’altro, ed è per questo che cambiando tappo anche il medesimo vino cambia di sapore, ovviamente, sia per come viene conservato che per la tipologia di bottiglia.

Ma perfino l’occhio meno esperto è in grado di giudicare la qualità di un tappo, anche al primo sguardo.

Sono tre i parametri di confronto

Si dice di qualità quando: è un sughero con poche lenticelle che impedisce l’ingresso di aria. È difficile che il vino chiuso con questo tipo di tappo sappia, appunto, di tappo.

Si dice standard quando: è poco probabile che il vino possa penetrare in un sughero che presenta una quantità di lenticelle ridotta.

Si dice scadente quando: la presenza di lenticelle verticali facilità l’ingresso di liquido: il sughero molto bagnato può sbriciolarsi mettendo a rischio il gusto del vino.

E così il vino “sa di tappo”!