Tra i cibi afrodisiaci, da sempre si parla del corno rosso spesso associato all’amore e la passione: il peperoncino che è globalmente riconosciuto come una spezia eccitante e seducente.
Arrivato dall’America nel Cinquecento del peperoncino già dai tempi dei Maya e degli Inca si trovano tracce di coltivazioni. Non si sa se ne conoscessero già anche le proprietà afrodisiache, ma di certo ne avevano scoperto le potenzialità “mediche” tanto da ritenerli sacri.
Afrodisiaco… E non solo
Gli studi dell’università di Grenoble non lasciano alcun dubbio: il peperoncino ha proprietà afrodisiache! Migliorando la vasodilatazione periferica ed aumentando la nostra temperatura corporea lievemente ci dà quella sensazione di calore che spesso associamo all’amore. Ma non è tutto…
Oltre ad aumentare il livello di testosterone ha molte altre caratteristiche importanti. Dalle vitamine (A, B2, C, E, BB e K2) agli acidi grassi, dalla lecitina ai sali minerali, il peperoncino è un concentrato di sostanze che possono aiutare a combattere il livello di colesterolo, a ridurre la pressione arteriose di chi soffre di ipertensione ed è considerato un antidepressivo naturale.
I benefici non finiscono qui!
La capsaicina oltre ad essere responsabile della sensazione di piccante, è in grado di alzare la soglia del dolore e fa da analgesico locale come dimostrato dall’esistenza di cerotti contenenti questa sostanza.
Anche la “leggenda” che il peperoncino possa causare ulcere all’apparato digerente non trova fondamento, anzi, grazie alla sua capacità di diminuire la produzione dei succhi gastrici ed aumentare l’afflusso di sangue allo stomaco, ne migliora il processo digestivo.
Uso e abuso
Si dice che il peperoncino sia in grado di ridurre lievemente l’appetito, aiutando così nella perdita di peso e nello specifico nella diminuzione di grasso viscerale, quello che si deposita attorno agli organi rendendoci soggetti a rischi per la nostra salute a differenza del grasso sottocutaneo.
Tutto questo è ovviamente in riferimento ad un uso moderato del peperoncino nella nostra dieta, perché un “abuso” può portare all’effetto inverso e causare molte problematiche tra cui il rischio di danni permanenti allo stomaco, ai reni ed al fegato.
La classifica degli “hot 10”
La piccantezza si classifica con la Scala Scoville che misura la quantità di capsaicinoidi presenti nei peperoncini. 16 milioni SHU (Scoville Heat Units) equivalente alla capsaicina pura è il dato più alto registrabile in questa scala.
Per dare un riferimento il famoso peperoncino piccante Calabrese si classifica “solo” al decimo posto con una piccantezza di 30 mila SHU mentre il Guinness World Record (attribuito già dal 2013) va al Carolina Reaper con picchi sopra i 2,2 milioni SHU.
Il famoso Jalapen͂o non si trova neanche tra i primi dieci, mentre l’Habanero si classifica al quinto e sesto posto con le sue due varietà.
Menzione speciale va al “Pepper X” che non ha ancora ufficialmente ricevuto un riconoscimento, ma pare che sia prossimo a prendersi il primato mondiale con 3,18 milioni di SHU rilevati.
“Spice up your life”!
Ora che sappiamo come viene misurato il grado di piccantezza di un peperoncino e l’utilizzo che dovremmo farne lasciatemi consigliare un ultimo utilizzo. Se nel festeggiare San Valentino doveste finire per alzare il gomito ma siete preoccupati di dover andare al lavoro il giorno dopo, non preoccupatevi, sarà proprio il nostro cornetto rosso a potervi aiutare!
Una semplice tisana con un pizzico di peperoncino può rimettervi in forma per poter affrontare al meglio la giornata dopo la vostra notte da leoni.