Tartufo: vero afrodisiaco o solo credenza popolare?

Di Greta Lotti (foto di aleksandarlittlewolf)

Le leggende legate al tartufo sono molte e la loro esistenza ancora oggi ci fa pensare che non siano solo storie popolari, ma abbiano un fondo di verità.

Il tartufo di Zeus

Raccolto e consumato già nei tempi antichi, il tartufo è considerato il frutto della fusione tra l’acqua, la terra e il fulmine.

Secondo i Greci, il tartufo era il frutto preferito del Re degli Dei, famoso per le sue storie di passione. Zeus avrebbe creato il tartufo scagliando un fulmine vicino ad una quercia, nota per essere la sua pianta preferita.

E non ci sono andati poi così lontani, visto che effettivamente il tartufo cresce grazie a una particolare combinazione di elementi nel sottosuolo e umidità che gli danno quell’odore inconfondibile “responsabile” di queste proprietà inebriatorie.

Tra miti e scienza

Una prima interpretazione di questo fenomeno arriva direttamente dal comportamento degli animali, in particolare della scrofa, che sembra avere una forte attrazione a questo odore, per una similitudine tra la sostanza sprigionata dal tartufo e gli organi sessuali dei suini.

Secondo alcuni studi delle università di Monaco e Lubecca, certi tartufi in particolare produrrebbero sostanze che all’olfatto sono percepite come degli ormoni e che aumenterebbero quindi l’attrazione sessuale.

Il tartufo fa bene?

Oltre ad essere conosciuto per le proprietà afrodisiache questo prodotto è noto per le sue proprietà benefiche:

  • Proprietà anti-invecchiamento: grazie alla presenza di antiossidanti
  • Proprietà digestive: ricco di enzimi che aiutano l’assorbimento del cibo
  • Proprietà dimagranti: perché quasi completamente privo di grassi
  • Proprietà energetiche: contiene proteine, vitamine e a una buona quantità di magnesio
  • Proprietà antitumorali: soprattutto nel tartufo nero
  • Proprietà drenanti: fa bene ai reni e purifica l’organismo.

Ma i suoi vantaggi non finiscono qui! Il tartufo fa bene anche a ossa e pelle ma, più di ogni altra cosa, fa bene al cuore degli appassionati.

Olio al tartufo… E il tartufo?

Purtroppo, non è tutto rose e fiori, per avere prezzi bassi e sapore intenso, il componente principale degli oli al tartufo industriali non è il tartufo, bensì il bismetiltiometano (componente chimico utilizzato come aroma).

Sebbene questo bismetiltiometano sia, un composto organico solforato già presente naturalmente anche all’interno dei tartufi stessi, per la produzione commerciale viene estratto elavorato partendo dal petrolio (non proprio altrettanto naturale).

L’industria del tartufo, sia per risparmiare, sia per aggiungere valore ai prodotti tartufati, ha iniziato già da molti anni a inserire percentuali sempre più alte di bismetiltiometano a sfavore della reale presenza di tartufo che non supera quasi mai il 3%.

Non si tratta di una pratica illegale ma di certo, non sembra nemmeno troppo corretto.

L’olio dell’amore

Attenzione però, non confondiamo questo odore chimico erroneamente associato alla bontà dei prodotti al tartufo con la vera qualità di questo regalo della natura.

In speranza che questa tendenza cambi, rimaniamo tutti d’accordo su una cosa: il tartufo è in grado di rendere una cena davvero speciale, non solo per i suoi aromi inconfondibili, ma anche perché è il simbolo di una passione autentica, un che doniamo soltanto a chi teniamo davvero.

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