Un Oscar al miglior piatto: il cibo come icona del cinema

Di Gianluca Marchetti (foto di BagoGames)

Un artista italiano, Federico Mauro, è diventato noto per aver avuto un’idea simpatica: ricreare i poster di alcuni film che hanno fatto la storia del cinema utilizzando esclusivamente l’immagine del cibo che è diventato famoso grazie ad una scena in particolare.

Noi ricordiamo la mela di Biancaneve, gli spaghetti con le polpettine in Lilly e il Vagabondo, i fagioli di Terence Hill nel western “Lo chiamavano Trinità“.

L’arte di Federico Mauro consiste nel riportare la fotografia di un piatto famoso su uno sfondo bianco, aggiungendo ovviamente anche il titolo del film.

Se Federico riesce a farci sorridere con le ciambelle di Homer, riesce anche a farci prendere un colpo quando si tratta di ricreare la locandina di un film il cui protagonista segue una dieta decisamente particolare: si tratta di Hannibal Lecter, rappresentato attraverso la foto di un cervello.

I significati del cibo nel cinema

Nei classici italiani in bianco e nero sono moltissime le scene dedicate al cibo.

In una celebre momento del film “Un americano a Roma“, Alberto Sordi mangia un bel piatto di spaghetti; sempre gli spaghetti compaiono nel pranzo di famiglia nel film “Domenica d’agosto” (1950) di Luciano Emmer.

La lista dei film italiani nei cui cast ci sono anche gli spaghetti sarebbe infinita. Si può intuire bene che, soprattutto per un tipo di cinema che era particolarmente orientato a mettere in scena la vita quotidiana, il momento del pasto, comportando convivialità e creando un perfetto quadretto familiare, era immancabile.

La rappresentazione della vita familiare di un tempo comportava quindi l’impiego del cibo come mezzo per ricreare una certa atmosfera, che potrebbe addirittura fare venire un bel po’ di nostalgia a chi ha vissuto gli anni ’50 e ’60.

Ma il cibo, nel cinema, non è solo uno sfondo. Molte volte è addirittura protagonista, sia direttamente che indirettamente.

Willy Wonka, il Re del cioccolato

Ne “La fabbrica di cioccolato” (Tim Burton) è il cioccolato che diviene indirettamente protagonista, mentre Wonka e gli altri personaggi (che sono i reali protagonisti) ruotano attorno al dolce alimento protagonista.

È da notare come, di fronte al cioccolato e alla gara per ottenere ilpremio speciale“, una gara tra i bambini che hanno avuto la fortuna di visitare la Fabbrica, emergano i punti deboli (ma anche di forza) di ciascun personaggio: c’è chi diviene ancora più arrogante del solito, chi paga le conseguenze della sua eccessiva golosità e chi, invece, come Charlie Bucket, viene premiato per la sua umiltà.

Salsicce alla riscossa

Nel divertente e un po’ sboccato film di animazione “Sausage Party” (Conrad Vernon e Greg Tiernan) il cibo diviene direttamente protagonista.

Le salsicce, le piadine e i barattoli hanno una vita propria, sono animati, parlano e camminano come se fossero persone (proprio come i giocattoli di Toy Story).

Tutti gli alimenti vivono in un supermercato e sono convinti che, una volta acquistati dagli umani, finiscano in una sorta di paradiso. Ma una salsiccia coraggiosa scopre che non è così, e che il mondo fuori dal supermercato, per il cibo, è un vero e proprio inferno, fatto di coltelli, di frullatori, vere e proprie torture e di sprechi alimentari. Non sarà facile per la salsiccia Frank mostrare la verità ai suoi amici e convincerli a scappare lontano.

I registi e gli sceneggiatori, nel corso del tempo, non hanno mai smesso di esplorare le potenzialità narrative del cibo, che ha saputo offrire momenti di divertimento ma anche di riflessione. E Federico Mauro sembra averlo capito molto bene, soprattutto laddove il cibo ha un primo piano, rimanendo comunque nell’ombra.