Lo street food: spazzatura o arte moderna?

Di Filippo Pianigiani (foto di Canva)

Il cibo da strada, o più comunemente noto come Street food, secondo la definizione della FAO è costituito da quegli alimenti, incluse le bevande, già pronti per il consumo, che sono venduti e/o preparati in strada o in altri luoghi pubblici.

Ma FAO a parte, lo Street Food non è solo un fenomeno di moda, ma un nuovo modo di vivere il rapporto millenario di una cultura con il proprio cibo, con le proprie radici, reinventandolo tutti i giorni in forma innovativa, sorprendente, pratica e soprattutto gustosa.

Perché è così famoso?

L’ampiezza del fenomeno alimentare si collega ad altri aspetti antropologici, come il rilevante ruolo occupato dalla ristorazione nell’economia umana (leggi qui gli articoli “Food delivery: l’invenzione che ci ha cambiato la vita” e “Dark kitchen: la cucina tra le tenebre), anche la messa in gioco di importanti valori culturali, identitari ed etnici. Spesso, infatti, i prodotti da consumare per strada sono specialità locali o regionali, come nel caso del “pani câ meusa” palermitano, il “‘O pere e ‘o musso” napoletano, la focaccia messinese ecc.

In altri casi, invece, i prodotti non hanno un particolare legame culturale con il territorio in cui vengono offerti, o, pur avendone posseduto uno in passato, non lo conservano più, perché andato perduto a seguito della loro diffusione al di fuori delle zone di origine (come è il caso della pizza e del kebab).

Piccola precisazione da fare è che la diffusione al di fuori dei confini culturali originari, anche ampia, non ha cancellato tuttavia la loro connotazione etnica e identitaria, come quella di tutti gli altri cibi “globalizzati”.

L’informal food per eccellenza

Il consumo di cibo per strada consente, in genere, di mangiare in maniera più informale, più rapida e meno costosa rispetto al consumo di cibo in un ristorante.

Questa forma di alimentazione viene spesso preferita rispetto a modalità più formali di consumo, tanto da farle occupare un posto importante nell’alimentazione umana: ben 2,5 miliardi di persone (di cui quasi la metà sotto i trent’anni) si alimentano quotidianamente in questo modo.

Paninozzo o panino Gourmet?

Oggi lo Street food èglam”, è gourmet, è “trandy”. Eh già, perché dopo che il mercato del “cibo informale” ha attirato sognatori di ogni età, l’arte del cibo di strada si è trasformata in vera e propria moda.

Non a caso Trip Advisor, che da tempo ha soppiantato le polverose guide tradizionali riuscendo ad intercettare le nuove tendenze ed i nuovi gusti, ha inserito i food truck “tematici” di successo tra i primi ristoranti di una metropoli come Milano.

È un segno dei tempi, una volontà di cambiare la propria ritualità quotidiana, troppo lenta e stretta, per adeguarsi all’evolversi della società, che va sì di fretta, ma non transige più sulla qualità e sull’immagine.

Glam sì, ma healthy?

Secondo Wikipedia, infatti, una delle classificazioni dello Street Food è, per lo scarso valore alimentare e culturale, la categoria del cibo spazzatura.

Data la dimensione economica e culturale del fenomeno, il cibo da strada ha ricevuto un notevole interesse da parte di studiosi di alimentazione e di antropologia culturale, e da parte di organizzazioni internazionali che si occupano di alimentazione e salute.

Tra i problemi collegati alle preparazioni destinate al consumo per strada, è conosciuto il rischio che la tendenza a una maggiore economicità del prodotto spinga i produttori a preferire l’utilizzo di grassi e oli alimentari meno costosi, e quindi meno pregiati da un punto di vista alimentare.

E tutto questo senza contare il problema più grande: la preparazione, che spesso e volentieri non è adeguata ad eliminare rischi alimentari e che anzi, sembra li incoraggi.

Da ambulanti ad invitanti

Nonostante il paragrafo precedente, ci tengo a precisare che è il troppo che stroppia e che sicuramente non sarà certo un panino con la porchetta preso al furgoncino per strada a rovinarvi la salute

Ma se vi dicessi che forse, fra qualche anno, dallo stesso furgone potreste vedere uscire piatti stellati?

Alla fine, sono già in molti i grandi chef che sono usciti dai loro templi della ristorazione per aprire bistrot e trattorie, quanto passerà prima di vedere in strada qualche Food Truck stellato? Noi speriamo molto poco, e voi?

1 commento su “Lo street food: spazzatura o arte moderna?”

  1. Pingback: Kebab: tutto quello che forse non sapevi

I Commenti sono chiusi.