Sassicaia: storia del vino più conosciuto al mondo

Di Alberto Mangoni (foto di Chiara Carciani)

Un vino che racconta molto più di quanto contiene la sola bottiglia, fatto di storie e di intrecci, scopriamo insieme Sassicaia, una delle etichette più iconiche del mondo.

Il Bordeaux a Bolgheri

Sassicaia, nasce dalla volontà di Mario Incisa della Rocchetta di riprodurre i grandi vini Bordeaux bevuti in Francia.

A Bolgheri trova le condizioni perfette per iniziare a sperimentare, impianta i primi vigneti sulle colline del Castello di Castiglioncello, esposti al sole e alle brezze marine che crearono un connubio perfetto con i terreni sassosi presenti nella tenuta di San Guido. Proprio per queste caratteristiche, il vino prese il nome di Sassicaia.

Il Marchese non nascose mai la sua stima per i prodotti dei cugini transalpini tanto che decise di utilizzare i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon per creare il suo “Bordolese-Toscano”.

Adottò nuove tecniche in campo, come una massiccia potatura in vigna per diminuire la produzione di uva, aumentarne la qualità e inserì l’utilizzo di barrique in cantina per l’affinamento del vino, una metodologia imparata proprio dai francesi.

50 anni del mito toscano

Ogni anno il Marchese iniziò a mettere alcune casse a invecchiare nella cantina e col passare del tempo, si rese conto che il loro contenuto migliorava notevolmente.

La produzione per consumo a scopo familiare iniziò nel 1944. Sono serviti 24 anni e l’importantissimo arrivo del celebre enologo Giacomo Tachis per vederne la prima annata in commercio, nel 1968,distante 50 anni da quella che troviamo oggi: la 2018.

Sassicaia ha dato vita ad un movimento, ad un interesse globale nei confronti del vino toscano, avviando di fatto il fruttuoso business dell’export che ha permesso al mondo di scoprire il tanto di buono che si nascondeva nei nostri vigneti.

Una bacheca niente male

Un inizio scoppiettante, subito apprezzato dalla critica, nel 1972 Robert Parker, una delle voci più influenti del vino mondiale, dà a Sassicaia il premio di miglior Cabernet al mondo.

Di quel momento in poi ci sono stati un numero incredibile di premi e riconoscimenti. L’annata 1985 è forse la più iconica e premiata, un vino che gli esperti dicono non abbia ancora oggi raggiunto il suo momento migliore.

Tra le più recenti quella del 2015 premiata come miglior vino al mondo da “Wine Spectator” e la 2016, che ha ricevuto un 100 come punteggio, sempre da Parker, testimoniano il grande lavoro, anche nella continuità, che Tenuta San Guido mantiene con questo vino.

Quando qualità fa rima con prezzo

Ovviamente questi prestigiosi riconoscimenti hanno portato visibilità e hanno fatto conoscere questo vino al mondo… Ma quale è stata l’altra faccia della medaglia di questo incredibile successo?

A pagarne le spese (in tutti i sensi), sono stati i consumatori che hanno visto negli anni aumentare il prezzo dell’amato Sassicaia vertiginosamente. Basti pensare che una sola bottiglia del 1985 è stata battuta all’asta di Sothesby’s a più di 18.000 $, una cifra da capogiro.

Il prezzo di mercato per le annate “standard” (annate buone ma nella media), si aggira intorno ai 200€, ma annate importanti e giovani come 2015 e 2016, hanno già una base di mercato di oltre 400€ e acquisteranno valore in modo esponenziale col passare del tempo.

Una DOC, nella DOC

La Bolgheri DOC nasce nel 1994, grazie alle lunghe vedute di personaggi importanti del vino bolgherese come Eugenio Campolmi, Mario Incisa e Melletti Cavallari.

Ma al Sassicaia la DOC non basta! Nel 2013 riceve l’ennesimo riconoscimento di eccellenza, distaccandosi e diventando una denominazione a parte, non più Bolgheri DOC, ma Bolgheri Sassicaia DOC.

Questo significa che quella denominazione può essere utilizzata solo su vini prodotti all’interno delle terre della Tenuta San Guido, diventando il primo vino italiano a potersi vantare di questo riconoscimento.

“I cipressi che da Bolgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar…” così recitava Carducci. Chissà se il poeta si fosse già immaginato che tra quei Cipressi un giorno sarebbe stata scritta la storia del vino italiano…