Mirto, non solo un liquore

Di Federico Mannaioli (foto di Wikimedia Commons)

Oggi viene usato come digestivo o aperitivo ma cosa sappiamo di questo antico prodotto? Il liquore di Mirto (comunemente chiamato Mirto o Mirto rosso) è un prodotto popolare Sardo, ottenuto dalla macerazione alcolica delle bacche di mirto.

Leggenda e tradizione

Il Mirto pare abbia radici molto profonde, ne troviamo riferimenti dagli albori delle prime civiltà fino ad oggi.

Ci sono riferimenti a questa pianta anche nella mitologia greca, infatti, una leggenda narra di Myrsine, una giovane ragazza dalle grandi doti atletiche che vinse una gara ginnica contro un coetaneo. Il ragazzo non accettando la sconfitta si vendicò uccidendola, ma la Dea Atena decise di trasformare il corpo della ragazza in un arbusto che prese proprio il suo nome, conosciuto da noi oggi come Mirto.

Da qui la tradizione greca di utilizzare il Mirto per incoronare i vincitori delle prime gare Olimpiche ma era anche comune adornare i soldati con una corona di Mirto come porta fortuna.

Mirto rosso e non solo!

Il Mirto è ottenuto da l’infusione idroalcolica delle bacche della pianta aggiunta di miele o zucchero. Questo liquore è dotato di proprietà digestive e dovrebbe essere consumato freddo.

Grazie agli antociani (pigmenti naturali spesso presenti nei vegetali) il Mirto prende la famosa colorazione rossa, ma anche altre proprietà come una funzione antiossidante. Sembra che abbia anche la capacità di proteggere l’uomo dall’invecchiamento cellulare, aiutandoci a combattere le cellule cancerogene.

Un altro tipo di mirto esistente è quello bianco, prodotto dalla macerazione di foglie, germogli e bacche di Mirto “verdi” (non mature), questo liquore ha caratteristiche organolettiche nettamente differenti dal liquore di Mirto comunemente conosciuto.

Il liquore di Mirto, esclusiva Sarda?

Questo prodotto fa parte della tradizione popolare Sarda, in particolare la qualità rossa considerata la più pregiata.

Le conoscenze sulla preparazione di questo liquore vennero “passatedalla Sardegna alla Corsica per opera dei banditi di Gallura, che cercando riparo nella vicina isola, portarono con loro il prezioso liquore.

In Corsica le bacche di Mirto venivano usate, fino a quel momento, solo come spezia per condire i prodotti della cacciagione.

Prima delle industrie

Dall’Ottocento le famiglie Sarde iniziarono a produrre il vino di Mirto tramite la macerazione delle bacche mature e l’aggiunta di acqua e alcool. Al termine di questo periodo, all’estratto si aggiungeva zucchero o miele per dolcificarlo.

Nel 1994 è stata istituita l’Associazione Produttori Mirto di Sardegna per la tutela di questo prodotto. Questa azienda è stata fondata per creare un marchio di qualità per il Mirto, promuovere azioni di tutela e definire uno standard di produzione.

Nel decennio a cavallo del 2000 il mercato delle bevande alcoliche aveva, nel complesso, mostrato una diminuzione della domanda, al contrario, il liquore di Mirto ha registrato una marcata crescita.  

Il Mirto e il disciplinare

Il successo del prodotto è provato anche dai tentativi d’imitazione utilizzando processi di produzione che contrastano con le direttive e le finalità del Disciplinare. Il documento prevede infatti l’utilizzo di materia prima prodotta esclusivamente in Sardegna, la trasformazione in aziende situate sul territorio regionale, l’adozione dell’infusione per macerazione e l’assoluto divieto d’impiego di additivi, con particolare riferimento ai coloranti.

Nel 2016 il Mirto ottiene il riconoscimento PAT, questo fa capire che anche se questa bevanda è sottovalutata al di fuori della regione di produzione ha comunque una grande tradizione e porta con sé tutta la storia e cultura sarda.