50 sfumature di cioccolato

Di Filippo Pianigiani (foto di Canva)

Con i festeggiamenti per San Valentino in particolare, il cioccolato diventa uno dei prodotti più amati dalle folle. A chi non piace? Tolti i nostri migliori amici a quattro zampe è infatti uno degli alimenti più apprezzati da tutte le fasce d’età, sesso e religione.

Che ne esistono tre tipi già lo sapevamo, ma vi siete mai chiesti quale sia la reale differenza? Dal sapore alla composizione chimica, tuffiamoci in questo caldo e avvolgente mondo di cioccolato.

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Le componenti presenti nella preparazione di crema, barrette, cioccolatini e altri prodotti della filiera del cacao sono: la pasta di cacao, sostanza ricavata dalla macinatura delle fave di cacao; il burro di cacao, ossia la parte grassa caratterizzata dalla presenza di acidi grassi, saturi e insaturi (questi ultimi compongono il 98% del burro di cacao), il cacao magro e il saccarosio.

Con questa “formula di base” bene in mente, il cioccolato si divide in tre categorie con percentuali nella composizione diverse dei vari componenti:

  • Il Cioccolato bianco deve contenere non meno del 20% di burro di cacao e non meno del 14% di sostanza secca totale di origine lattica.
  • Il Cioccolato al latte deve contenere almeno il 25% di sostanza secca totale di cacao, il 14% di sostanza secca totale di origine lattica e il 25% di materie grasse totali.
  • Il Cioccolato fondente è quello con una percentuale di cacao minima consentita del 43% e di burro di cacao del 28%, mentre la pasta di cacao può variare da una percentuale che va dal 55% al 70%. Sopra quest’ultima percentuale si parla di cioccolato extra-fondente.

E la dieta?

Premesso che il cioccolato è un prodotto che, consumato senza eccessi, può essere un prezioso alleato per la salute, i vari tipi (bianco, al latte e fondente) presentano alcune differenze nutrizionali che è opportuno conoscere.

In base alla composizione, pertanto, si può concludere che il cioccolato bianco e quello al latte sono più elaborati, più ricchi di zuccheri e con meno grassi, mentre quello fondente ed extra-fondente hanno più grassi ma meno zuccheri. Dal punto di vista calorico, badate bene, non ci sono differenze significative

Ma quale fa “meglio”?

Senza demonizzare le altre tipologie, per la migliore qualità del prodotto finito, il cioccolato fondente è quello più consigliato. Essendo meno lavorato e senza aggiunta di zuccheri o latte in polvere, permette di godere appieno i benefici nutrizionali del cioccolato quali effetti benefici sull’apparato cardiovascolare, sul cuore, sulle arterie e sull’umore e che si racchiudono principalmente nella componente grassa e nei fito-composti di quest’ultimo. Inoltre, ha proprietà afrodisiache (leggi qui gli articoli “Cioccolata di Modica: il regalo IGP per San Valentino” e “Un bacio Perugina puntuale… Come un orologio svizzero!”), stimolanti e contiene antiossidanti che riducono gli effetti dello stress ossidativo.

Quindi cioccolato sì, ma senza abbondare… Partendo con l’oro in bocca (leggi qui l’articolo “Datemi del cioccolato e girerò il mondo!”), una colazione completa potrebbe essere un preparato a base di fiocchi di avena, una bevanda vegetale, della frutta fresca e un cubetto di cioccolato fondente o perché no, anche al latte o bianco: fanno tutti bene!