Il suono del cibo, che bel rumore!

Di Alessia D’Angelo (foto di Canva)

E se vi dicessi che il cibo non solo può essere odorato e gustato, ma anche ascoltato? Sicuramente mi prendereste per matta! Ebbene sì, da oggi inizierete ad ascoltare il cibo.

La musica e cibo un connubio perfetto

Basti pensare che fin dall’antichità mangiare accompagnati dalla musica era un’usanza molto popolare, soprattutto per i grandi banchetti.

Perfino l’università di Oxford ha sviluppato una ricerca, svelando che l’abbinamento cibo e musica esalterebbe i sapori delle pietanze.

A quanto pare se si ascoltano suoni acuti il nostro cervello registra il cibo come più dolce, con suoni bassi, il sapore di ciò che mangiamo risulta al contrario più amaro.

Food Ensemble

Oggi, però, la cosa si è evoluta in una bellissima esperienza da vivere almeno una volta, che vale ancora più di una cena con il classico pianista. Vi sto dicendo che oggi potrete ascoltare i suoni del cibo che troverete nei piatti.

L’idea nasce da Food Ensemble un gruppo di tre musicisti e due cuochi, con l’obbiettivo di far scoprire la fantastica unione tra alta cucina e la musica elettronica agli appassionati di tutta Italia.

I due cuochi sono Andrea Reverberi e Marco Chiussi, accompagnati dal musicista e sound designer Francesco Sarcone che registra tutti i suoni che vengono prodotti nell’atto del cucinare.

Ma come avviene questa esperienza culinaria sensoriale?

I piatti sono realizzati davanti a tutti i commensali, che possono così apprezzare in diretta l’opera degli chef.

Così, al momento della degustazione si potrà assaporare il piatto dopo aver ascoltato i suoni che lo hanno generato.

Questa è un’esperienza sensoriale pensata per regalare il massimo ai nostri sensi, esaltandone i sapori grazie alle frequenze giuste.

Il suono del cibo

Senza dubbio questa è un’esperienza sensoriale che regala emozioni forti. Se ci pensiamo bene e ci concentriamo sul morso di una fetta di pane caldo con sopra lardo e rosmarino, ascolteremo la melodia inconfondibile del suo sgranocchiare.

Oppure, quando versiamo il vino nel calice, se ci concentriamo bene possiamo ascoltare il sapore della sua densità. Troppo spesso non facciamo caso a questi suoni perché siamo presi da quello che ci succede intorno.

Ma la bellezza di utilizzare non solo il gusto e l’olfatto a tavola farà emergere in voi un’altra visione della percezione dei sapori.