Fritta è buona anche una scarpa!

Di Alessia D’Angelo (foto di Chiara Carciani)

Quante volte abbiamo rinunciato a un bel piatto di frittura per mantenere la linea o semplicemente pensando di fare una scelta più salutare? Oggi sfatiamo questo mito!

In realtà una frittura ben fatta è la modalità di cottura che preserva al meglio le proprietà degli alimenti e stimola il fegato aiutandolo a lavorare più velocemente.

Una scelta fondamentale

La scelta dell’olio è sicuramente l’elemento cardine per realizzare una frittura migliore.

L’olio extra vergine d’oliva è il migliore sulla piazza, proprio perché la sua estrazione avviene tramite una spremitura meccanica, avendo un nocciolo all’interno.

A differenza della spremitura di un seme, che non contiene acqua (come mais, girasole, arachidi ecc.) richiede l’utilizzo di solventi e una serie di processi chimici che lasciano tracce e modificano la struttura degli acidi grassi degli oli.

Il punto di pericolo

Un altro fattore fondamentale da tenere a mente è il punto di fumo, momento in cui, durante la cottura, la materia grassa si ossida per il calore (cioè si deteriora) e può creare sostanze tossiche che andrebbero a finire nel nostro amato fritto.

Per questo motivo l’olio per frittura non dovrebbe mai raggiungere il punto di fumo, che lo renderebbe pericoloso e cancerogeno.Questa “soglia” è diversa per ogni tipo di grasso.

Olio di palma è il migliore sulla piazza, la sua temperatura di “fumo” si aggira intorno ai 240°C, il secondo è il più famoso nel mondo mediterraneo, il nostro olio extravergine d’oliva con 210°C, a scendere abbiamo olio di arachidi 180°C, olio di mais 160°C, olio di soia e di girasole 130°C.

Un salvagente in cucina

In tanti pensano che utilizzare un olio di mais, di girasole piuttosto che di soia sia una scelta migliore da un punto di vista della materia prima, “ma è il tragitto che li frega” come dice il proverbio.

Infatti, se non siete esperti che sanno riconoscere un olio “a rischio” con un semplice esame visivo controllando che non si scurisca, o non sapete riconoscere immediatamente l’odore di bruciato che l’olio emana una volta raggiunta una temperatura troppo alta, si consiglia un bel termometro da cucina per tenere sotto controllo la situazione.

Accoppiata vincente

A livello calorico non ci sono differenze: tutti gli oli sono composti quasi dal 100% di grassi, non proprio un toccasana.

Ma visto che, come si dice in Toscana,“Fritta è bona anche una scarpa”, non rinunciamo a un bel fritto fatto bene ogni tanto.

E se volete fare le cose ancora meglio, accompagnate le vostre pietanze fritte con verdure crude e frutta, perché queste ultime contengono elementi che supportano il lavoro del fegato e agevolano le funzioni renali necessarie a smaltire quel fantastico piatto di fritto che tutti amiamo mangiare.