La vigna come non l’avete mai vista prima!

Di Filippo Pianigiani (foto di wirestock)

Il concetto è semplice quanto complesso: 20.000 ceppi per ettaro (4 volte quella di un vigna tradizionale) coltivati ad alberello, ad una distanza di 70 cm l’uno dall’altro, concimazione mista, coltura promiscua e interventi in vigna limitati alla potatura in inverno e alla legatura in primavera.

Questi sono le operazioni e i canoni che l’enologo Jacopo Vagaggini ha deciso di adottare per il suo vigneto.

L’esperienza al servizio dell’uva

Ho sempre sognato una vigna capace di sfruttare al meglio le incredibili risorse delle viti. Negli ultimi tempi le piante si sono molto indebolite a seguito dell’utilizzo eccessivo di prodotti chimici e di trattamenti meccanici. Con questo vigneto, ho adottato un approccio diverso, lo stesso che ho utilizzato nel corso delle mie tante esperienze all’estero: il risultato è sorprendente!”.

Queste le parole di Jacopo, che si sta curando dell’azienda di famiglia “Amantis”, tra le pendici del vulcano spento del Monte Amiata, la Valle dell’Orcia e la Maremma.

Qui, all’interno dei sei ettari appartenenti all’azienda, stanno prendendo vita tutte le competenze accumulate negli Châteaux di Bordeaux e in Argentina, all’insegna delle norme della viticoltura biologica.

Ma come?

L’idea è quella di sottoporre la vite a condizioni di stress elevatissimo, come accade quando si aumenta drasticamente la competizione tra le piante per l’approvvigionamento di acqua e sostanza nutritive, facendo di questo piccolo vigneto un laboratorio a cielo aperto.

Il terreno non viene lavorato, “erbacce” ne crescono pochissime, frenate dalla forte competizione con le viti, e poi, non essendoci passaggio di pesanti macchine agricole, il suolo non si compatta mai, favorendo la naturale ossigenazione e l’assorbimento di acqua piovana.

I trattamenti non sono necessari, perché la disposizione delle piante fa sì che su tutti gli angoli della vite si formino delle correnti d’aria che mantengono l’uva asciutta e sana.

In sostanza, una vigna super eco-friendly: per la sua lavorazione, infatti, non c’è emissione di carburanti né utilizzo di prodotti chimici.

E c’è di più

Gli stessi principi applicati nel campo sono applicati anche in cantina, dove le uve vengono lavorate con il minor intervento possibile, chimico e meccanico, sempre nel loro rispetto e con un occhio sempre buttato sulla qualità

Quindi non solo un vino di alta qualità, ma anche un vino che rispetta l’ambiente a 360° favorendone il suo pieno sviluppo sotto l’attenta osservazione dello staff dell’Amantis.

Da parte nostra, un grande in bocca a lupo per il progetto con la speranza di poter trovare questa esperienza sulle grandi e piccole tavole italiane.