Per molte famiglie si tratta una bevanda simbolo del Natale, per altre soltanto di una qualsiasi bevanda calda alcolica e piena di aromi.
Il profumo del Vin Brûlé, riconoscibile anche da lontano, ci fa tornare alla mente il ristoro ed il calore ritrovati durante i freddi inverni, i canti popolari, la fraternità e la genuinità di tempi andati.
Ma, di preciso, come si fa il Vin Brûlé?
Varianti… Più o meno classiche
“Brûlé“, in dialetto francese-valdostano, significa “bruciato” e, in effetti, si tratta proprio di una miscela di vino rosso riscaldato con l’aggiunta di zucchero e spezie come cannella, chiodi di garofano e buccia d’arancia lasciate in infusione: questa è la ricetta tradizionale.
Esistono però anche alcune varianti. In Francia, il “Vin Chaud“, prevede anche l’aggiunta di un po’ di cognac oltre allo zucchero e alle spezie tradizionali.
In Inghilterra vengono aggiunti anche limone, noce moscata, semi di finocchio, anice stellato, cardamomo e zenzero.
In Germania vengono aggiunti Cardamomo e alloro.
Se qualcuno si stesse chiedendo se il Vin Brûlé possa essere preparato anche con il vino bianco, la risposta è affermativa. Si tratta di un versione gustosa quanto quella originale!
Dove e quando ha avuto origine il Vin Brûlé?
Parlando di varianti, ci siamo accorti che non si tratta unicamente di una ricetta italiana, bensì di una bevanda che sembra unire più Paesi dell’Europa, un continente che vanta una ricca storia in ambito enologico.
Ma, prima ancora di ricercare l’origine del Vin Brûlé classico, ci dobbiamo focalizzare su un altro fatto: l’aggiunta di spezie e di dolcificanti al vino.
Un tempo i vini non erano sempre di qualità e non sempre erano buoni da bere senza averli prima “corretti” con altri ingredienti, cercando di nascondere il sapore originale.
Nell’antica Roma esisteva il “Conditum Paradoxum”, un vino riscaldato con pepe nero e miele.
Un Vin Brulé dalla Svezia
Tuttavia, sono stati gli svedesi che, dopo secoli di nuove ricette e di esperimenti, hanno dato origine ad una versione vincente da un punto di vista gustativo: il “Glögg“, inventato nel XIX secolo, prevede l’aggiunta al vino di zucchero, cognac, uva passa, zenzero, noce moscata, chiodi di garofano, mandorle, anice stellato e cannella.
Anche se esistono tantissime varianti, c’è sempre qualcosa di unico, forse un sapore magico, che ci fa riconoscere il Vin Brulé anche quando non siamo a casa e che, per un momento, proprio a casa ci riporta.